Brioche del supermercato: quello che i bollini colorati non ti dicono mai sulla loro vera composizione

Le brioche confezionate che troviamo al supermercato conquistano la nostra attenzione con bollini colorati e claim accattivanti stampati sulla confezione. “Senza olio di palma”, “Con farina integrale”, “Fonte di fibre”: queste diciture sono regolate in Europa dal Regolamento CE n. 1924/2006, che stabilisce le condizioni d’uso dei nutrition e health claims e vieta i messaggi ingannevoli. Questi elementi orientano positivamente la nostra percezione, ma raccontano davvero tutta la storia del prodotto che stiamo acquistando?

Quando un bollino nasconde più di quanto rivela

La strategia comunicativa dei produttori si basa sul marketing selettivo. Quando leggiamo “senza olio di palma” sulla confezione, la nostra attenzione viene catturata da questo aspetto specifico, portandoci a sottostimare altri elementi come zuccheri o grassi totali. La normativa europea richiede che i claim siano veritieri e dimostrabili, ma non impone di evidenziare con pari risalto gli aspetti meno favorevoli del prodotto.

Mentre il bollino rassicurante campeggia sulla parte frontale della confezione, la tabella nutrizionale sul retro racconta una storia diversa. Molti prodotti sostituiscono l’olio di palma con altri grassi vegetali, burro o grassi non specificati, mantenendo comunque un contenuto rilevante di grassi totali e saturi. Il risultato? Un profilo lipidico che resta tutt’altro che leggero, nonostante l’assenza dell’ingrediente tanto demonizzato.

La farina integrale non trasforma un dolce in un alimento salutare

Particolarmente insidiosa è la comunicazione legata alla farina integrale. Questo ingrediente viene associato a caratteristiche nutrizionali superiori, e in effetti offre più fibre rispetto alla farina raffinata. Tuttavia, stiamo comunque parlando di prodotti da forno dolci altamente processati, classificati secondo il sistema NOVA come alimenti ultra-processati, caratterizzati da formulazioni industriali complesse.

La percentuale di farina integrale utilizzata raramente supera il 30-40% della farina totale, mentre il resto dell’impasto contiene ingredienti che ne determinano il vero carattere nutrizionale: zuccheri semplici, grassi di varia natura, emulsionanti e conservanti. La presenza di fibra integrale ha effetti positivi sul carico glicemico quando inserita in alimenti poco processati, ma nei prodotti dolci industriali l’elevata presenza di zuccheri aggiunti mantiene comunque un impatto metabolico significativo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità associa l’eccesso di zuccheri aggiunti a un aumento del rischio per sovrappeso e altre condizioni metaboliche.

Il claim fonte di fibre va contestualizzato

Il regolamento europeo stabilisce che un alimento può definirsi “fonte di fibre” quando contiene almeno 3 grammi di fibra per 100 grammi di prodotto. Una brioche confezionata da 50 grammi apporterà quindi circa 1,5 grammi di fibra, a fronte di quantità ben più elevate di zuccheri e grassi.

Per fare un confronto concreto: una quantità simile di fibre si ottiene consumando una mela di medie dimensioni, che secondo le tabelle CREA contiene 2-3 grammi di fibra, ma senza apportare grassi saturi, zuccheri aggiunti o additivi. Il bollino “fonte di fibre” crea quello che gli esperti definiscono health halo effect, un’associazione positiva che non riflette adeguatamente il rapporto tra nutrienti desiderabili e componenti da limitare.

Gli additivi invisibili che non compaiono sui bollini

Un aspetto raramente evidenziato sulle confezioni è la presenza di additivi tecnologici. Emulsionanti, correttori di acidità, conservanti e agenti lievitanti sono componenti essenziali per garantire morbidezza, conservabilità e aspetto delle brioche confezionate. Tutti questi ingredienti sono autorizzati dal Regolamento CE n. 1333/2008 e considerati sicuri dall’EFSA nelle quantità utilizzate.

La lista degli ingredienti può contenere facilmente 15-20 componenti, molti dei quali sigle che indicano additivi specifici. Questa complessità formulativa rende il prodotto profondamente diverso da una preparazione casalinga, ma nessun bollino segnala questo aspetto, che emerge solo da una lettura attenta dell’elenco ingredienti.

Zuccheri e grassi saturi restano nell’ombra

Mentre i simboli positivi occupano la parte visibile delle confezioni, le informazioni su zuccheri e grassi saturi rimangono confinate nella tabella nutrizionale. Una singola brioche confezionata può contenere tra i 12 e i 18 grammi di zuccheri, rappresentando una quota significativa dell’apporto giornaliero raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggerisce di limitare gli zuccheri liberi a circa 25 grammi al giorno per un adulto con una dieta da 2000 calorie.

Anche quando l’olio di palma è assente, i grassi saturi totali possono rappresentare il 30-40% dei grassi presenti, provenienti da burro, altri oli vegetali o ingredienti secondari come creme e ripieni. Le analisi nutrizionali mostrano che il contenuto di grassi saturi può rimanere elevato per motivi tecnologici e di palatabilità, indipendentemente dall’impiego di olio di palma. Questa informazione critica non trova spazio accanto ai rassicuranti bollini verdi.

Come fare scelte davvero consapevoli

La consapevolezza del consumatore passa attraverso alcuni comportamenti pratici che permettono di superare l’illusione creata dai claim di facciata, in linea con le raccomandazioni delle linee guida nutrizionali:

  • Leggere sempre la tabella nutrizionale completa, prestando particolare attenzione a zuccheri, grassi saturi e sale per porzione effettivamente consumata
  • Verificare l’ordine degli ingredienti, ricordando che sono elencati in ordine decrescente di quantità
  • Contestualizzare i claim positivi nel quadro complessivo del prodotto, chiedendosi cosa non viene evidenziato
  • Considerare la frequenza di consumo: una brioche confezionata può far parte di un’alimentazione equilibrata se consumata occasionalmente, non quotidianamente

I bollini sulle brioche confezionate non mentono, ma raccontano una storia parziale. La normativa europea tutela il consumatore dall’inganno esplicito attraverso i Regolamenti CE n. 1924/2006 e UE n. 1169/2011, ma non può impedire strategie comunicative che orientano selettivamente l’attenzione. Spetta a ciascuno di noi sviluppare quella capacità critica che trasforma la spesa in un atto consapevole, dove le scelte alimentari riflettono una comprensione autentica di ciò che portiamo in tavola. Le informazioni corrette ci sono tutte, basta sapere dove cercarle e come interpretarle oltre la superficie dei bollini accattivanti.

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